Archetipi. Il carro del profeta Ezechiele e l’orologio del tempo di Wolfgang Pauli. - Pensarediverso. Fisica e metafisica quantistica.

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Archetipi. Il carro del profeta Ezechiele e l’orologio del tempo di Wolfgang Pauli.



Chissà se esistono, nella storia dell’umanità, altre evidenze del simbolo delle due ruote che si intersecano, a rappresentare l’unione apparentemente impossibile tra materia e psiche?
1 Un esempio di sincronicita’ profetica.
Esistono archetipi che compaiono con minore frequenza nella coscienza umana, ma possono essere considerati come delle stelle comete: pare che vogliano lasciare un messaggio più universale, e che vogliano indirizzare l’umanità verso un livello di conoscenza superiore.
Sono archetipi che costituiscono eventi sincronici di portata pressoché eterna, che non hanno inizio né fine ma si perpetuano riproponendosi non più nella coscienza dell’individuo, bensì nella coscienza storica del mondo.
Gesù nel Vangelo di Marco nota che l’uomo sa riconoscere l’arrivo della primavera osservando il fico, e invita con ciò a prestare attenzione ai segni dei tempi ANCHE nelle cose spirituali.
Le esperienze personali di sincronicità evidenziano come ci siano alcuni segni premonitori che ci aiutano a comprendere l’andamento della nostra vita. Ciò ci riesce facile perché questi segni li riscontriamo in contesti delimitati di tempo, li associamo alla nostra situazione del momento e riusciamo così a dare loro un SENSO evidente, quasi miracoloso.
Ci sono altri segni che non riusciamo a collegare direttamente sia perché non ci coinvolgono emotivamente, sia perché sono talmente dispersi nell’oceano degli accadimenti umani da non destare l’attenzione del singolo.
Credo che la ricerca e l’analisi di questi archetipi, che generano sincronicità profetiche per l’umanità intera, sia materiale di studio utile per definire meglio un aspetto della teoria della sincronicità ancora non definito, quello della sua utilità. Ci sono realmente un raziocinio, una coerenza, una mente-guida positiva dietro la sincronicità?

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2 Il carro di fuoco di Ezechiele.
L’esempio che propongo in questo intervento è quello di due visioni o sogni che non potrebbero essere più lontani nel tempo, ma hanno una somiglianza sorprendente, fatti salvi gli ambiti sociali e la formazione culturale dei due protagonisti. Entrambi sono basati su due ruote concentriche che ruotano in senso non concentrico, legate da un impossibile asse centrale.
Mi limiterò ad accennare alcuni aspetti rimandando l’approfondimento dei dettagli a occasioni successive, o ai vostri interventi.
Ezechiele, profeta biblico, racconta della visione di un carro di fuoco: (1, 16 segg.)
“Le ruote avevano l'aspetto e la struttura come di topazio e tutt'e quattro la medesima forma, il loro aspetto e la loro struttura era come di ruota in mezzo a un'altra ruota. Potevano muoversi in quattro direzioni, senza aver bisogno di voltare nel muoversi. La loro circonferenza era assai grande e i cerchi di tutt'e quattro erano pieni di occhi tutt'intorno…. lo spirito dell’essere vivente era nelle ruote” (vedi la parte a sinistra nella  figura).
3 Il sogno di Wolfgang Pauli.

Pauli parla ugualmente di due ruote, due dischi rotanti concentrici che hanno un aspetto più moderno, ma lo stesso meccanismo, per cui definisce la visione con il termine di orologio. (figura a destra)
Oltre alla somiglianza meccanica, che cosa hanno in comune le due visioni?
Entrambe suggeriscono ai loro protagonisti la necessità di portare (veicolare, diremmo) un messaggio che non è solo per loro.
Ezechiele ha avuto molte visioni, ma quella del carro è la prima, descritta proprio nel capitolo 1 del suo libro. A seguito della visione riceve un comando:
“Egli mi disse: «Figlio d'uomo, io ti mando ai figli d'Israele, a nazioni ribelli… Tu dirai loro: “Così parla il Signore, Dio”. Sia che ti ascoltino o non ti ascoltino, poiché sono una casa ribelle, essi sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro. … Tu, figlio d'uomo, ascolta ciò che ti dico; non essere ribelle come questa famiglia di ribelli; apri la bocca e mangia ciò che ti do». Io guardai, ed ecco una mano stava stesa verso di me, la quale teneva il rotolo di un libro; lo srotolò davanti a me; era scritto di dentro e di fuori, e conteneva lamentazioni, gemiti e guai.”
EZECHIELE DEVE FARE SUO il messaggio che riceve, addirittura mangiandolo, per assimilarlo il più profondamente possibile.

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4 Il messaggio per Pauli.

Anche Pauli, in analisi preso lo studio di Jung al momento della sua visione, capisce che questa contiene un messaggio che deve essere trasposto nella sua ricerca scientifica: per Pauli le due ruote rappresentano la psiche e la materia, che hanno bisogno di essere unificate in una teoria fisica scientifica, di cui però non riuscirà a trovare la soluzione. In effetti, la scienza moderna rifiuta come lebbra ogni riferimento alla psiche o allo spirito.
Massimo Teodorani dice così nel suo libro “Sincronicità”:
“In sostanza Pauli – pur non essendo riuscito a raggiungere concretamente il suo sogno di unificazione tra psiche e materia – aveva comunque compreso che ci sono aspetti della materia che fanno pensare al fatto che alla base di tutta l’impalcatura dell’universo esista una grande dimensione psichica, in tutto e per tutto coincidente con quell’inconscio collettivo che Jung aveva scoperto”
5 L’invito.

Chissà se esistono, nella storia dell’umanità, altre evidenze del simbolo delle due ruote che si intersecano, a rappresentare l’unione apparentemente impossibile tra materia e psiche? Questa è una ricerca a cui tutti sono invitati a partecipare, per ricostruire (se possibile) l’agenda dell’azione di un accompagnamento coerente svolto da questo archetipo in favore dell’umanità.

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