Miglia di individui, una sola mente
Ci sono fenomeni
biologici che non possono in alcun modo essere spiegati dai correnti modelli
biochimici e fisici. Ad esempio, non esiste ancora una spiegazione convincente
della precisa sincronia di volo o di flusso che si può riscontrare nelle
armoniose e cangianti geometrie prodotte da grandi stormi di uccelli o da
branchi di pesci. Addirittura, in alcuni tipi di pesci, l'intero branco sembra
comportarsi come una sola mente. Questa mente sente l'approccio di un predatore
e in un attimo è in grado di coordinare la manovra evasiva del gruppo. Oppure
possono comportarsi come una "palla" che esplode in tutte le
direzioni per poi ricongiungersi istantaneamente in un gruppo compatto. Gli
stormi di uccelli agiscono in maniera pressoché identica. Non è cosa non comune
per uno stormo crescere fino a 100.000 componenti, e nonostante questo lo
stormo può cambiare direzione quasi istantaneamente, e non sembra proprio che
il cambio di direzione sia il risultato di un ordine di un qualche
"capo-formazione" Sembra proprio che i pesci e gli uccelli (e
similmente anche altre specie animali) posseggano una specie di sesto senso che
guida i loro movimenti in sincrono o che essi siano soggetti a un qualche tipo
di campo in grado di coordinare armoniosamente il loro comportamento come
gruppo.
Forse
l'incredibile coesione mostrata dal volo sincronizzato di stormi di uccelli
rappresenta la miglior rappresentazione iconografica che la natura ci mostra di
un fenomeno di portata vastissima. Un fenomeno che si propaga
dall'infinitamente piccolo all'infinitamente grande, passando attraverso il
mondo biologico, l'uomo e la sua società: “entanglement”, ovvero:
"intreccio
Queste
incredibili costanti che uniscono il mondo microscopico a quello macroscopico
sembrano avere un loro corrispettivo nel mondo psichico e nelle sue
sconcertanti manifestazioni. Noi ci troviamo di fronte a un fenomeno su vasta
scala, che ci mostra in maniera estremamente palese, in che mare di ignoranza
abbiamo vagato per secoli, come un pezzo di legno in balia delle onde, incapace
di dirigersi in precise direzioni. Ma tutto questo è normale, dal momento che l'incertezza
che affligge non solo il mondo quantistico, ma anche la conoscenza umana
stessa, è un fatto sintomatico e prevedibile, perché noi viviamo in uno stadio
di civilizzazione e di evoluzione delle conoscenze scientifiche che si trova
ancora nella fase embrionale. Nessuno discute i notevoli risultati e progressi
raggiunti nella scienza e nella tecnologia, e la capacità dell'uomo di
comprendere e padroneggiare il mondo della materia in cui vive.
Abbiamo
creato un legame stabile e dinamico nel mondo tramite le tecnologie
informatiche e multimediali; abbiamo esplorato una buona parte del sistema
solare. Facendo tutto questo noi ci siamo concentrati sul mondo della materia,
quello in cui viviamo e dove dobbiamo imparare a sopravvivere ogni momento
della nostra esistenza. Giorno dopo giorno siamo diventati sempre più vittime
dello scorrere del tempo, e sempre più prigionieri di uno spazio fisico che ci
basta sempre meno. Ci siamo talmente concentrati sul mondo della materia, che
oggi non riusciamo nemmeno un attimo a intravedere la meraviglia armoniosa e
sincronica del volo degli stormi di uccelli o dei variopinti branchi di pesci.
Siamo talmente stressati dalla nostra stessa ricerca forsennata del piacere e
dalle nostre brame di dominio, che ci siamo completamente dimenticati della
natura duale dell'universo: mente e materia, tra loro perennemente interagenti.
Noi ci siamo concentrati sulla seconda e abbiamo continuato a ignorare il
meccanismo armonioso che fa compenetrare tra loro la materia, l'universo che ci
circonda, il nostro corpo, il nostro cervello, con una vera e propria “mente
dell'universo".
Ma
questi misteri non sono un sogno nella nostra psiche;, ma è stato proprio il
metodo teorico-sperimentale della scienza stessa, e della fisica in particolare,
a farci comprendere che il mondo misterioso della non-località non vive
separato dal nostro essere fatti di materia, ma ne è parte integrante.
è fisica, non metafisica: cioè quella
parte della fisica che costituisce la parte sommersa di un iceberg, che adesso
stiamo intravedendo, e che un giorno ci porterà a mettere a punto una
tecnologia dalla portata inimmaginabile, in grado di connetterci con tutte le
intelligenze dell'universo.
Un
"risveglio assieme", dopo un torpore durato migliaia di anni, in uno
stato di ibernazione che sembrava non finire mai.
Per
quanto l'umanità continui a farsi governare da un materialismo sfrenato, un
gruppo di scienziati in campi abbastanza svariati si è accorto che noi viviamo
in una vastissima realtà. Una realtà non controllata da altri se non da tutto
quanto la costituisce. Un tutto governato da un quadro di coerenza, dove
l'interazione tra le sue parti è sincronica, senza alcun capo o dominatore, Ma
solo un unico ideogramma che si riproduce ovunque, dalle particelle elementari,
al mondo della Vita, fino alle grandezze cosmiche da cui tutto è nato. Non un
universo sterile fatto di gas, sassi, e molecole organiche governate da casuali
meccanismi biochimici, ma un universo cosciente che è stato pensato
esclusivamente per la vita e l'intelligenza, la cui matrice primigenia giace in
un luogo senza spazio e senza tempo, da cui sgorga con continuità come acqua di
sorgente l'informazione sulla reale identità del creato. Basta solo aprire il
Libro della Conoscenza alla pagina giusta per trovare l'informazione che
cerchiamo.
(
Tratto dalle considerazioni conclusive al volume “Entanglement. L’intreccio del
mondo quantistico: dalle particelle alla coscienza” di Massimo Teodorani, Macro
Edizioni)
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