Antologia > Materialismo, errore storico
I
materialisti ci ripensano. Contrordine: l’anima esiste

Contrordine:
l’anima esiste. Uno scienziato ateo afferma che l’anima c’è, è fatta di fluttuazioni quantistiche.
1 Una ironia di natura divina.
Cominceremo parlando di ironia umana e ironia divina.
Sul piano umano, un grande maestro di ironia fu certamente Socrate, il quale riusciva
a far enunciare le sue idee proprio a quelli che non le condividevano. Partendo
da posizioni apparentemente “inferiori”, Socrate smontava dall’interno le
convinzioni degli avversari utilizzando una particolare tecnica o arte detta
maieutica, assimilabile al mestiere della levatrice; questa fa nascere i
bambini, e così Socrate faceva nascere la sua verità tirandola fuori dalla
stessa bocca degli oppositori con cui dialogava.
Sul piano celeste, tutte le divinità che il mondo ha
conosciuto hanno avuto una caratteristica quasi universalmente comune:
l’ironia. Valgano per tutti i versetti del Salmo 2:
“Perché le genti congiurano, perché invano
cospirano i popoli?
Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore”.
Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore”.
Stranamente
questo aspetto caratteriale degli dèi non è mai stato messo in particolare
evidenza da chi, invece, con grande seriosità, li rappresentava e difendeva. Probabilmente
faceva parte del destino delle divinità ironiche avere servitori affatto
ironici, come ebbe a notare, sulla sua pelle, Giordano Bruno.
Spero di non essere irriverente immaginando che
talvolta anche la grande Intelligenza che governa l’universo faccia sfoggio di
ironia, nello stesso senso in cui la intendeva e praticava Socrate, cioè
facendo proclamare la sua verità proprio da chi l’aveva negata fino al giorno
prima.

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2 Convinzioni dure da sradicare.
Naturalmente, esiste una grande differenza di
comportamenti. Alcuni, dopo aver sostenuto una tesi errata, continuano a farlo
pervicacemente anche quando ogni evidenza depone nettamente a loro sfavore. Mi
riferisco a quell’ampia frangia di cultura materialista che, pur messa di fronte
a tutte le prove che la fisica quantistica sta fornendo sulla relazione
intelligente che unisce il cosmo intero, continua a negare l’esistenza di una
componente psichica nel cosmo. Avendo sostenuto per tutta la vita che esiste
solo la materia e che l’uomo stesso è un burattino funzionante a orologeria
sulla base di meccanismi già predeterminati, e dopo aver accumulato
onorificenze e prebende nell’ambito di quella comunità scientifica che nega
ogni concetto di spiritualità, costoro sono ormai obbligati, purtroppo per
loro, a non recedere dall’errore.
3 L’altra faccia della medaglia.
Esistono però scienziati intellettualmente onesti i
quali, pur partendo da una formazione di base atea e materialista, di fronte
alle risultanze delle loro stesse ricerche sanno emendare il proprio pensiero e
non si fanno scrupolo di rendere pubbliche le loro nuove convinzioni.
Tra questi, molti fondatori della fisica
quantistica. Per esempio, Werner Karl Heisenberg, fisico tedesco notissimo per
il suo “principio di indeterminazione”, premio Nobel per la fisica nel 1932, affermava
di aver avuto un grande aiuto nella comprensione dei meccanismi quantistici
dalla sua esperienza mistica nella filosofia Vedanta.
Anche Erwin Schrodinger, premio Nobel per la
fisica 1933, scrive così nella sua biografia “Meine Weltansicht”, facendo
riferimento alla spiritualità orientale:
“La molteplicità è solo apparente. L’esperienza
mistica dell’unione con Dio conduce regolarmente a questo punto di vista, contrariamente
ai forti pregiudizi presenti in occidente”. Si riferisce alla molteplicità
delle cose previste dal materialismo, mentre in una visione spirituale del
cosmo tutto è Uno.

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4 Un ateo stabilisce che l’anima esiste
Un esempio brillante di scienza intellettualmente
onesta è quello di Roger Penrose e Stuart Hameroff. Da più di venti anni i due,
un medico e un fisico teorico, si sono dedicati a profondi studi per cercare di
comprendere che cosa sia la coscienza.
Roger Penrose, matematico, fisico e
cosmologo britannico, è noto per il suo lavoro nel campo
della fisica matematica. È nato nel 1931 a
Colchester, nel Regno Unito, dunque al momento in cui scrivo ha 87 anni.
Professore emerito all’Università di Oxford, Penrose ha vinto il premio Wolf per la fisica, la
Medaglia Copley, la Medaglia Eddington, la Medaglia Einstein e molte altre onorificenze importanti. È stato
teorico dei buchi neri con studi condotti assieme a Stephen Hawking ed è stato candidato al premio Nobel del 2008. Ha impiegato gran parte della sua
vita a elaborare formule matematiche capaci di svelare i misteri dell’universo, dai
buchi neri alla coscienza umana. Non è irrilevante notare che Penrose è
ateo convinto.
Stuart Hameroff è un medico anestesista
statunitense, nato a Buffalo nel 1947. Attualmente è professore presso l’Università
dell’Arizona ed è noto per la promozione dello studio scientifico della
coscienza e per le sue teorie sui meccanismi che la
governano.
Recentemente Penrose e Hameroff hanno pubblicato un articolo su Physics of Life Reviews, in cui espongono
la teoria sull’esistenza di “qualcosa” che sopravvive al corpo fisico dopo la
sua morte.
5 L’anima è fatta di fluttuazioni quantistiche.
Come spiego in molti post precedenti, la fisica dei
quanti è probabilistica; esistono sempre molte probabilità che un’azione
avvenga in un determinato modo. Per esempio, lanciando un fotone contro una
barriera con due fenditure, quel fotone le attraversa TUTTE E DUE. Se però viene
osservato, allora si dice che COLLASSA su una sola scelta, cioè ne attraversa
una sola. In pratica esistono molte probabilità tutte possibili, ed è l’osservatore
che può farle collassare tutte su una sola, che diventa la sua realtà.
Penrose e Hameroff hanno documentato che nei
neuroni umani, e in particolare nei microtubuli presenti negli stessi neuroni,
avviene un processo di fluttuazioni quantistiche per cui le diverse azioni
possibili collassano su una sola. La risultante di tutti questi collassi è una
“nebulosa” di fluttuazioni quantistiche capace di sopravvivere alla morte del
corpo fisico. Essendo la somma di tutti i collassi, cioè di tutte le scelte
operate in vita, questa “nebulosa” rappresenta la coscienza, o l’anima,
dell’individuo.
6 Domande inquietanti.
La domanda che possiamo farci a questo punto è: dal
momento che sopravvivono alla morte del corpo, quante di queste nebulose quantistiche individuali ci circondano?
Questa semplice affermazione rende evidente quanto
sia profondo e insondabile il mistero delle anime. È possibile che siano
proprio queste nebulose a formare quella nebulosa ancora più grande
che Jung chiamò
inconscio collettivo? Nei fatti, Jung ipotizzava
proprio questo, cioè che l’inconscio collettivo contenesse l’esperienza di
tutta l’umanità vissuta in precedenza.
Questa osservazione ci rende più familiare il
concetto di inconscio collettivo, lo fa uscire da una certa grigia e anonima
uniformità e lo riveste con quanto c’è di più prezioso, cioè la memoria non
solo delle persone vissute mille anni fa ma anche di quelle più care che
abbiamo conosciuto nella nostra vita anche in tempi recentissimi.
E infine, una ipotesi piuttosto inquietante. Se
realmente le anime dei defunti fossero l’aggregazione di tutte le fluttuazioni
quantistiche della loro vita, e perciò fossero INFORMAZIONE,
non sarebbe possibile per la tecnologia, in un futuro che non sappiamo quanto
sarà vicino o lontano, intercettare e decodificare questa informazione? E non
sarebbe possibile, per i misteriosi meccanismi insiti nella mente umana, che
persone particolarmente sensibili riuscissero a dialogare con loro già oggi?
Estratto dal mio libro “L’Universo è
intelligente. L’anima esiste”
Bruno Del Medico, edizioni PensareDiverso. 228
pagine, illustrato
AGGIORNAMENTO 2020.
Premio Nobel per la fisica conferito a Roger Penrose.
Sir Roger Penrose, cavaliere OBE (Colchester, 8 agosto 1931), è un matematico, fisico e cosmologo britannico. Nel 2020 gli viene assegnato il Premio Nobel per la fisica "per avere scoperto che la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività”.

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